L'Opinione

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Vincenzo Perrone, 26/06/2024

La Mappa dell'Innovazione


A cura di Vincenzo Perrone, Professore ordinario Bocconi

Se, al posto di Dante, avessimo potuto chiedere al suo Ulisse del Canto XXVI° dell’Inferno, cosa sono per lui innovazione, cambiamento, probabilmente ci avrebbe risposto così: un viaggio. Fatto oltre le colonne d’Ercole della nostra ignoranza e delle nostre paure. Per questo un viaggio rischioso, che richiede coraggio. Un viaggio da fare in compagnia di un piccolo gruppo di amici, resi esperti dalle avventure della vita condivise. Un viaggio che porta a trovare cose nuove e inattese, come una montagna enorme e improvvisa in mezzo all’Oceano. Un viaggio che si deve fare perché è la nostra semenza, il nostro dna diremmo oggi, che ci spinge ad imbarcarci, dal momento che fatti non fummo per “vivere come bruti, ma per seguir virtù e conoscenza”. Dante aveva già capito, in grande anticipo rispetto alle allarmate discussioni sulla Intelligenza Artificiale, che senza etica e senza virtù, il solo sviluppo della conoscenza è pericoloso. Forse per questo merita l’Inferno dal quale ancora ci parla, l’Ulisse affamato di novità e di scoperte, ma sempre pronto all’inganno e alla manipolazione. Per fare questo viaggio, infine, serve la creatività capace di trasformare “remi in ali” per permetterci di volare. Oltre il già noto.

Ho preso spunto da questi stimoli danteschi per disegnare una mappa utile per comprendere e collegare in un solo colpo d’occhio, le condizioni essenziali che servono a sostenere quel viaggio complesso e vitale che chiamiamo innovazione. Non a caso si tratta di una rete come quella che vedete qui:

Chi vive a Milano, come me ha anche capito subito a cosa mi sono ispirato nel disegno della rete. Linee, stazioni e connessioni. C’è la linea dell’individuo perché alla base di ogni innovazione vi è sempre la creatività ed il coraggio di mettere in discussione l’esistente, il si è sempre fatto così, da parte di una persona. Con il suo bagaglio di esperienze (molte volte anche fallimentari), di conoscenze e di speranze.

Quasi sempre però chi innova, non è solo. Esattamente come Ulisse sulla sua nave o due ragazzi che in un garage in California, si provano un giorno a creare un mondo nuovo. Serve un team, serve la diversità che non è solo dovere etico di tolleranza ed inclusione, ma opportunità di confronto con punti di vista diversi dal nostro. Servono la coesione e la fiducia che aiutano ad affrontare insieme le difficoltà e le tante onde anomale che nella barca di chi vuol cambiare, rischiano di ribaltare tutto e tutti.

E poi serve una azienda capace di ospitare chi innova. Nella quale davvero gli errori sono considerati una preziosa occasione di apprendimento e si ragiona con mentalità scientifica, testando ipotesi e facendo esperimenti. Guidata da una leadership impegnata a creare valore trasformando in meglio la realtà. Per farlo ha bisogno di avere una visione chiara del futuro e una altrettanto chiara e decisa capacità di manovrare difficili trade-off. Come quello tra breve e lungo termine, o quello che si potrebbe insidiosamente creare tra etica e profitto, tra benessere di tutti e ricchezza di pochi (compresi i pochi grandi innovatori alla Elon Musk). Chi ha in mano il timone della barca dell’innovazione ha grandi poteri e grandi responsabilità, a partire da quella essenziale di trovare equilibri accettabili tra tensioni opposte ma tutte vitali. Viviamo invece in una epoca di polarizzazione, di opinioni schierate e urlate, bianche o nere, un’epoca nella quale pochi praticano la meritevole fatica della mediazione, della ricerca del minimo comune multiplo, del meglio invece dell’ottimo. Occorre che quei pochi aumentino in numero e determinazione e abbiano voce e potere al vertice delle nostre aziende come al vertice dei nostri governi, a tutti i livelli. Servono poi aziende che sanno come incentivare l’innovazione e come trasformarla in risposta efficace ed efficiente ai bisogni presenti e futuri dei propri clienti.

Ma una azienda vive e innova, se il mercato intorno a lei funziona. La nostra quarta linea sulla quale viaggiare. Senza una sufficiente pressione competitiva ad esempio, è difficile trovare la spinta necessaria per rischiare gli investimenti in innovazione. Senza la possibilità, sempre più diffusa oggi, di allearsi con altri soggetti in piattaforme, in ecosistemi per l’innovazione, è difficile sostenere da soli lo sforzo necessario per cambiamenti rivoluzionari.

E infine c’è la linea della società. Per innovare occorrono società libere, aperte, dove si rispettano le leggi, a cominciare da quella morale, e se ne fanno di nuove solo se capaci di governare il processo innovativo, senza fermarlo. Occorrono scuole e infrastrutture adeguate. E occorre che le persone più adatte a prendere rischi e che più hanno da guadagnare da un cambiamento che migliori il futuro, ci siano e siano ascoltate. Si tratta di quei giovani che i trend demografici del nostro paese (insieme alla sua relativa inospitalità) stanno rendendo sempre più rari.

Cinque linee, decine di stazioni e corrispondenze. La nostra mappa vuole dare conto della complessità del processo innovativo, che funziona al meglio solo quando tutta la rete è attiva. Spiega anche perché le politiche industriali di sostegno all’innovazione siano così difficili da realizzare con buoni risultati. Soprattutto quando si limitano a toccare una sola delle nostre stazioni. Bastano gli incentivi senza scuole in grado di sviluppare le conoscenze e le attitudini necessarie? Ci si può accontentare di nuove regole senza mettere mano alle infrastrutture sulle quali viaggiano dati, persone e idee nuove? Persone, team, aziende, mercati e società: abbiamo tutti un ruolo da svolgere e una responsabilità precisa, nell’innovazione. Per questo occorre connettere, sottolineare ciò che ci unisce invece di quanto ci separa, scoprire la necessità di nuove “stazioni” e realizzarle insieme, per arricchire la nostra rete.

Una mappa, questa mappa, è anche un invito al viaggio. Scegliete la stazione da dove volete partire.  Sognate la destinazione che vorreste raggiungere. E poi mettetevi con altri in movimento. Con fiducia e coraggio. Capaci di salvaguardare sempre quello che di buono l’umanità ha con molta fatica conquistato, ma anche aperti alla novità del futuro. Partite ora. Buon viaggio!

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