L’introduzione di un dazio generalizzato del 30% sulle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti determinerebbe un impatto rilevante sul comparto del largo consumo, con una contrazione stimata dell’import pari al -17,5% in valore e una perdita complessiva di circa 1,7 miliardi di euro. Di questi, oltre l’80% riguarda prodotti del settore food & beverage, tra i più rappresentativi del nostro paese.
È quanto emerge da uno studio promosso da Centromarca, realizzato con il supporto scientifico di Nomisma, che ha analizzato l’impatto potenziale delle misure tariffarie su un paniere rappresentativo di prodotti. Le categorie più colpite, in termini di valore assoluto, sarebbero vino (-477 milioni di euro), conserve e salse di pomodoro (-135 milioni), formaggi (-86 milioni), profumi (-197 milioni), olio d’oliva (-55 milioni) e pasta (-44 milioni). Le stime complessive indicano una riduzione media delle esportazioni pari al -14,2% in volume e al -17,5% in valore.
Una simile misura avrebbe effetti significativi sulla competitività delle imprese italiane, in particolare su quelle attive in filiere ad alta specializzazione e forte vocazione all’export. Le conseguenze riguarderebbero anche occupazione e investimenti, in un contesto economico globale già segnato da instabilità e incertezza.
Centromarca invita le istituzioni italiane ed europee ad avviare tempestivamente un dialogo costruttivo con le autorità statunitensi, per prevenire l’introduzione di barriere tariffarie che potrebbero penalizzare scambi consolidati e rapporti economici di lunga corso. Garantire condizioni eque di accesso al mercato è fondamentale per sostenere la crescita e la proiezione internazionale delle imprese di Marca, un asset strategico per l’economia del Paese.