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Centromarca - associazione italiana dell'industria di marca

Indicam

Fuori legge la dicitura "falso d'autore"


Il Tribunale di Napoli con sentenza del 14.1.2013ha stabilito che l’espressione “Falso d’Autore”, utilizzata alla luce del sole da decenni da produttori di profumi contraffatti comeescamotageper diffondere le proprie “versioni tarocche” dei più prestigiosi prodotti di marcacostituisce un marchio illecito perché evoca la contraffazione presentandola come se fosse un’attività legittima (mentre naturalmente essa è illecita!) così ingannando il pubblico e quindi non può venire legittimamente adoperata, così come non possono venire adoperate altre diciture che inducano ingannevolmente a credere leciti i prodotti su cui sono apposti (si trattava di richiami erronei alla liceità dell’ “uso descrittivo” di marchi altrui, richiami a sentenze inesistenti o a norme di legge interpretate a rovescio, per giustificare in modo apparentemente “ufficiale” la liceità delle copie), e che i titolari legittimi dei marchi vanno perciò risarciti per l’abuso perpetrato ai loro danni.

Tale sentenza pone finalmente termine a una pratica illecita condotta da anni da diversi fabbricanti dell’area del casertano e del napoletano, con diffusione nell’intero paese e all’estero, che finora avevano frapposto ogni sorta di cortina di fumo giuridica e logistica agli interventi delle forze dell’ordine e della magistratura.Ora un’azione giudiziaria recentemente promossa da INDICAM, l’associazione italiana per la lotta alla contraffazione presieduta da Carlo Guglielmi, assieme ai più importanti industriali del settore ad essa aderenti, sancisce definitivamente l’illiceità di tale pratica, e, con una pronuncia assolutamente innovativa, anche la nullità del relativo marchio.

“Si tratta dunque di un precedente estremamente importante–commenta Cesare Galli, docente di diritto industriale e difensore nella causa–perché riconosce a chiare lettere l’illiceità di tutte le forme di agganciamento anche non confusorio ai marchi originali e considera in sé illeciti gli “strumenti”, compresa la registrazione di “marchi-civetta”, tipo i famosi “Replica”, attraverso i quali i contraffattori cercano di far passare per legittima la loro attività. Ed è chiaro che a questo precedente dovrà attenersi anche l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, rifiutando la registrazione di marchi formati in modo analogo”.

In questi stessi giorni INDICAM ha anche proceduto ad estendere la propria denuncia alla Commissione Europea concernente la disciplina confusa e discriminatoria dell’uso della dicituraMade in Italyadottata dallo Stato italiano in violazione del diritto comunitario, allargandola anche al più recente intervento normativo in materia (l’art. 43 del decreto sviluppo dello scorso anno, che identifica l’origine delle merci agroalimentari con una norma potenzialmente interpretabile anche in senso difforme dal diritto comunitario e che comunque è stata adottata senza il rispetto della procedura, codificata da una Direttiva, per il coordinamento delle norme tecniche in ambito UE).

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