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Il punto di Iri su stili di vita e consumi alimentari. Tra mainstream e categorie emergenti


Il Largo Consumo Confezionato è un comparto saturo. La prova risiede nei numeri: negli ultimi 5 anni si è sviluppato al ritmo del +0,3% medio annuo in termini di volumi. In questo scenario, però, l’alimentare guadagna spazio nel carrello degli Italiani, seguendo un ritmo di crescita più che doppio rispetto al comparto di riferimento (un tasso pari al +0,7% all’anno).E’ quanto emerge dall’analisi sull’impatto che i nuovi stili di vita degli italiani hanno sull’andamento del comparto alimentare nell’Lcc condotta da Iri.
L’indagine* evidenzia come l’alimentare risulti il reparto più capace di intercettare l’evoluzione del consumatore, lanciando nuovi mercati o rivitalizzando quelli ormai maturi. Lo 0,7% di crescita annua dei prodotti food è dovuto, infatti, al contributo delle categorie maggiormente oggetto di rivisitazione da parte della filiera. Queste ultime hanno portato, dal 2013 ad oggi, circa 1,5 miliardi di euro di ricavi aggiuntivi (valorizzati a prezzi attuali), compensando la riduzione di altre merceologie pari a circa 900 milioni di euro.
Per comprendere l’entità di questo sviluppo basta considerare che queste categorie rappresentavano solo il 12,8% nel 2013, mentre ora hanno raggiunto il 17% del carrello alimentare. In pratica, quasi 4,5 punti di quota sono migrati verso queste nuove proposte, che si potrebbero definire trend setter. Nel 2016 le performance più significative sono arrivate dal fresco confezionato, con +2,9% nell’andamento a volume e +1,6% a valore. Stabile è la drogheria alimentare, con +0,3% a volume e +0,4% a valore.
Nei comportamenti d’acquisto, l’approccio di molti shopper è sempre più ‘professionale’ e sempre più open minded. Da un lato, quindi, i consumatori sono più attenti e consapevoli e vogliono sentirsi ben informati sui prodotti e sulle rispettive filiere, dall’altro vogliono sperimentare nuovi gusti e nuovi sapori, e al contempo rivisitare le proprie tradizioni.
Prima ancora dei singoli segmenti merceologici, a beneficiare dei cambiamenti degli stili di consumo degli italiani sono quindi categorie trasversali, che accomunano tipologie di prodotti quanto mai diverse. A cominciare dalle referenze free from, che nel 2016 hanno sviluppato vendite per oltre 2 miliardi di euro (crescendo del +4,2% rispetto al 2015), per arrivare ai prodotti biologici che, con 1,3 miliardi di euro (+20,4% sull’anno precedente), confermano il passaggio evolutivo da nicchia a segmento trend setter dedicato ad un target di salutisti e ambientalisti.
La crescita dei prodotti salutistici rappresenta uno dei segnali più evidenti del processo evolutivo dei consumatori e trova ulteriori conferme nell’avanzata delle vendite di cereali (844 milioni di euro, +5,7% sul 2015), di alimenti integrali (471 milioni di euro, +21,2%) e di prodotti a base soia/vegetale (436 milioni di euro, +8,4%). Da evidenziare poi come il processo d’integrazione del modello alimentare tradizionale porti il consumo di carne e di salumi a ridursi a vantaggio di una dieta più ricca di proteine vegetali e di prodotti a base pesce.
Nicchie vivaci diventano inoltre fenomeni importanti, entrando in modo continuativo nella sfera delle abitudini del grande pubblico Significativa è, a questo proposito, l’ulteriore espansione degli acquisti di spezie, che con un +16,4% a valore, è un segnale di come il piacere di cucinare a casa e di sperimentare nuovi sapori ‘più esotici’ vada configurandosi come un nuovo fenomeno nelle case delle famiglie italiane. E ancora, un altro esempio è dato dalla rivitalizzazione della frutta secca (+11,6%), un comparto dove le aziende hanno saputo rinnovare l’offerta e l’immagine dei prodotti puntando in modo intelligente sul concetto di snack/ spezza fame e di funzionalità assicurando nuove occasioni di consumo.
Ma, in questo contesto – si sono chiesti i ricercatori di Iri – che cosa devono fare le aziende per crescere? La risposta è chiara e diretta: continuare ad analizzare le categorie trend setter, investire sempre più nell’innovazione di prodotto e di servizio, individuare nuovi modi e strumenti più convincenti e aggiornati per esprimere i valori della marca e dell’insegna. In buona sostanza, lo sforzo di creazione di nuove proposte da parte dell’Industria Alimentare è il fattore trainante dei mercati food.
*Dati Iri sul perimetro rappresentato da Ipermercati, Supermercati, Libero Servizo Piccolo, Drugstore, Discount nel Totale Italia

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