L'Opinione

Centromarca - associazione italiana dell'industria di marca

Gianpaolo Costantino, 15/12/2014

In un biennio bruciati 520 milioni. Forti aspettative per il 2015, ma...


Nel biennio 2013/2014 gli acquisti a volume di prodotti confezionati di largo consumo si sono ridotti di oltre due punti percentuali, con minori ricavi per la filiera per circa 520 milioni di euro. Il perdurare della crisi economica ha impedito l’inversione del trend negativo del 2013, nonostante il forte raffreddamento dei prezzi.Per il 2015 IRI prevede un moderato recupero sia dei livelli di spesa sia degli acquisti a volume, ma a condizione che le pressioni sul fronte economico tendano ad attenuarsi. Sarà di basilare importanza la ripresa dell’occupazione, che è un fattore chiave per ridare fiducia alle famiglie sulle prospettive del proprio potere d’acquisto. Con ovvi benefici sui consumi. Nel caso che non ci fossero schiarite nel mercato del lavoro, i segnali di ripresa sarebbero nuovamente vanificati.
Ad oggi i fattori competitivi e macroeconomici  che stanno frenando la corsa dei prezzi non favoriscono il recupero dei volumi. La domanda è ancora fortemente sottoposta alla pressione negativa del reddito in calo: in termini tecnici si è assistito anche quest’anno ad un sensibile calo del reddito permanente, che è l’insieme di ciò che si dispone oggi e di quello che si attende di disporre domani. Sulla scorta di queste considerazioni possiamo dire che l’inversione della tendenza negativa sui volumi, se si concretizzerà, sarà graduale e di moderata entità.
Se guardiamo ai singoli comparti che compongono la spesa delle famiglie si osservano differenze che nascondono un comportamento d’acquisto volto a preservare il budget familiare salvaguardando le priorità di consumo. In particolare l’alimentare secco (drogheria alimentare), che è alla base del carrello della spesa, ha mantenuto nel 2014 i livelli di volume acquistati nel 2013, grazie anche all’arresto dell’inflazione settoriale. Per il 2015 ci attendiamo una moderata ripresa degli acquisti. I prezzi cresceranno leggermente (+0,4%), come risultato delle pressioni su alcune materie prime alimentari, bilanciate dall’altissimo grado di concorrenzialità fra imprese produttrici e fra distributori. Per gli alimentari freschi confezionati (salumi, formaggi, carni ecc) si prevede invece ancora una «limatura» dei volumi acquistati, a causa dell’inflazione di nuovo relativamente elevata.
L’ortofrutta a peso imposto recupererà volumi attorno al +1%, ereditando il vantaggio competitivo ottenuto nel 2014  attraverso il marcato riposizionamento in basso dei prezzi medi (-3,5%). Infatti i rincari previsti per l’anno successivo saranno comunque limitati entro il punto e mezzo percentuale.
Gelati e surgelati sono la voce dell’alimentare che nel corso degli ultimi due anni più ha subito i contraccolpi della crisi di domanda, a cui si sono aggiunte le negatività generate dalle anomalie del clima. Per il 2015 ci aspettiamo un’inversione della tendenza a fronte di uno «stop» dei prezzi.
Il comparto delle bevande dissetanti è in forte caduta nell’ultimo biennio: questa è una delle voci dove il consumatore ha maggiormente razionalizzato il basket di spesa. Qui hanno agito in forma combinata sia fattori legati al reddito, sia la crescita dei prezzi e, infine, le stesse anomalie climatiche che hanno compromesso il mercato nel pieno della stagione estiva. Tuttavia parte del calo è strutturale e ascrivibile al cambiamento dello stile di vita delle famiglie, che sta penalizzando soprattutto il mondo delle bevande gassate. In questo, anche il progressivo invecchiamento della popolazione gioca un ruolo non trascurabile nel lungo periodo. Nel 2015 ci aspettiamo un calo più limitato (sempre al netto di possibili anomalie del clima), anche grazie al raffreddamento dei prezzi medi al dettaglio.
Vini e alcolici chiudono un biennio molto sfidante, che ha comportato un ridimensionamento dei volumi venduti di circa 6 punti percentuali. L’elevata inflazione al consumo, determinata in buona parte dai ripetuti interventi fiscali, è stata il fattore esplicativo principale, che ha aggravato il calo strutturale dei consumi di bevande alcoliche. Attraverso l’ipotesi di assenza di nuovi inasprimenti della tassazione nel 2015, con conseguenti ovvie ripercussioni sui prezzi al dettaglio, ci attendiamo un calo decisamente più moderato degli acquisti in volume.
Le vendite di prodotti per la cura della casa nel 2014 hanno registrato flessioni rilevanti dei volumi, nonostante il perdurare della fase deflattiva, evidenziando così un trend strutturale in buona parte ascrivibile alla revisione del basket di spesa delle famiglie. Per il 2015 si attende ancora un calo. I prezzi dovrebbero restare sostanzialmente fermi o in leggera risalita rispetto ai livelli odierni.
I prodotti per la cura della persona sono stati in contrazione nel 2014, nonostante l’andamento favorevole dei prezzi per il consumatore finale. Sono una delle voci che ha subìto un ridimensionamento nel carrello del consumatore. Un arresto della tendenza negativa è previsto per il 2015, se effettivamente ci sarà l’auspicata (e troppe volte rimandata) ripresa del contesto economico generale ed i prezzi permarranno deboli.
I prodotti per gli amici animali chiudono un biennio di flessione significativa degli acquisti. Tuttavia, in questo caso, i prezzi in costante tensione hanno consentito di mantenere in crescita i ricavi. Nel 2015 non ci aspettiamo differenze sostanziali rispetto alla situazione degli ultimi due anni.
 
Gianpaolo Costantino, Senior manager IRI

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