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La Fase 1 si chiude con una crescita del 4,2% per le vendite nella Grande distribuzione organizzata


Dall’inizio dell’emergenza sanitaria alla fine del lockdown, secondo le rilevazioni di Nielsen, nel periodo compreso tra lunedì 17 febbraio e domenica 03 maggio, le vendite nella Grande distribuzione organizzata hanno fatto registrare una crescita pari a +4,2% a parità di negozi.
Per quanto riguarda l’andamento delle vendite per area geografica, il Nord Est ha registrato gli incrementi più alti su base tendenziale: +7,4%, seguito da Sud (+5,2%), Nord Ovest (+3,5%) e Centro (+1,8%).

A livello di format distributivi, i Liberi Servizi (+26,9%) hanno trainato la crescita delle vendite nel retail italiano, seguiti dai Supermercati (+12,9%) e dai Discount (+7,9%). Vendite in calo invece per gli Specialisti Drug (-10,6%) e per gli Ipermercati (-9,8%). Nel Cash & Carry si è verificato un calo costante delle vendite, determinando un trend negativo del -39,8%, impattato principalmente dalla chiusura dei locali pubblici e degli esercizi di ristorazione e catering.

Crescita a tripla cifra per il canale e-commerce: il trend delle vendite di prodotti di largo consumo online da lunedì 17 febbraio a domenica 03 maggio è stato del +144,6%, con un picco di crescita nella quarta settimana di aprile pari a +304,6%. La digitalizzazione di alcuni processi d’acquisto dovuta alle restrizioni della mobilità ha raddoppiato la crescita di peso dell’e-commerce sul valore totale del largo consumo italiano.

Durante il periodo clou dell’emergenza sanitaria, il giovedì ed il venerdì sono stati i giorni in cui si sono concentrati maggiormente gli acquisti nella Gdo, con un conseguente calo del peso del fine settimana sul totale venduto nella settimana media. Il cambiamento va ricondotto in parte all’orario ridotto e/o alla chiusura dei negozi la domenica: in condizioni di normalità 7 negozi su 10 sono aperti domenica, nel periodo post Covid-19 sono stati 5 su 10.

Le categorie di prodotti maggiormente impattate durante il periodo dell’emergenza sanitaria sono legate ai diversi ‘effetti’ sul retail italiano identificati da Nielsen:

  • Effetto ‘stock’, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: conserve animali (+22,8%), conserve rosse (+38,9%), pasta (+21,7%), caffè macinato (+17,3%), biscotti (+12,5%), riso (+30,2%), olio di semi (+27,3%), confetture/marmellate (+22,1%), olio extra vergine di oliva (+9,1%); i comparti della dispensa non alimentare maggiormente in crescita sono stati carta casa (+27,5%), carta igienica (+11,9%), avvolgenti alimentari (+41,4%), detergenti lavastoviglie (+24,5%);
  • Effetto ‘prevenzione e salute’: detergenti superfici (+43,6%), guanti (+128,3%), sapone per le mani solido e liquido (+57,5%), candeggina (+49,5%), alcol denaturato (+154%), salviettine (+82,5%);
  • Effetto ‘resto a casa’, suddiviso in ‘Cuochi a casa’, il paniere degli ingredienti base, quindi farine (+121,5%), uova di gallina (+36,2%), ingredienti per pasticceria (+77,8%), burro (+44,1%), mascarpone (+65,9%), lievito di birra (+106,1%); cresce anche il ‘Comfort food’, il paniere dell’indulgence, quindi creme spalmabili dolci (+39,1%), gelati (+22,1%), pasticceria (+24,6%), miele (+41,1%), patatine (+15,9%). Nel comparto alcolici, vino (+11%), birre alcoliche (+12,8%) e aperitivi alcolici (+14,4%).

 

 

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